In questi giorni si parla molto dell’importanza di un sequenziamento sistematico per seguire l’evoluzione della pandemia. Attualmente l’unico Paese europeo ad avere agito in tal senso è la Gran Bretagna che a marzo scorso ha investito 20 milioni di sterline creando una struttura che finora ha sequenziato 209mila genomi di coronavirus. Ma qual è la situazione in Italia? Ce ne parla Alessandro Marcello, responsabile del gruppo di virologia molecolare dell’ICGEB e membro della task force che insieme ad Area Science Park e Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina lavora ai sequenziamenti del virus SARS-CoV-2 in Friuli Venezia Giulia.
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