03/12/2021 15.00
La vita altrove
Incontro storico divulgativo sulla storia e le origini del luogo che oggi ospita il campus di Padriciano di Area Science Park.

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Immagine: La vita altrove

Negli anni Sessanta e Settanta, dove oggi sorge il campus di Padriciano di Area Science Park,  c’era un centro d’accoglienza per profughi stranieri in fuga dai Paesi comunisti dell’Europa orientale. Abitata da intellettuali, oppositori, persone colte e artisti, la struttura era anche un centro di raccolta informazioni gestita in parte dai servizi segreti.

Pietro Spirito, scrittore e giornalista, ed Elke Burul, attrice e regista,  hanno raccolto la storia del luogo e di coloro che vi abitavano, dando vita a un progetto diventato uno spettacolo teatrale, dal titolo “Tempo d’Attesa“. Protagonista è un fotografo cecoslovacco in fuga dal suo Paese che si trova a dover decidere se tradire il Paese che lo accoglie o sperare di poter rivedere la sua compagna perduta, Jana.

Da campo profughi per stranieri a polo scientifico internazionale, la storia del campus di Padriciano, di un luogo e della sua trasformazione, è il tema al centro dell’incontro online “La vita altrove” (il 3 dicembre alle 15.00) organizzato da Area Science Park e da La Contrada con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia.

L’evento, moderato da Livia Amabilino, Presidente del teatro La Contrada, ha visto la partecipazione di:

Caterina Petrillo – Presidente Area Science Park
Anna Maria Vinci – Storica
Elke Burul – Attrice e regista
Elisa Cozzarini – Regista
Victor T. Foia – Ex profugo e ingegnere informatico
Pietro Spirito – Scrittore e giornalista

Qui la registrazione dell’incontro:


Tempo d’Attesa – trama dello spettacolo
Teatro dei Fabbri, Trieste. Dal 9 all’11 dicembre 2021 ore 20.30, 12 dicembre ore 19.00

La vicenda, idealmente ambientata nel 1972, racconta il dramma dell’uomo e dell’artista, nei giorni che precedono il colloquio/interrogatorio che potrà concedergli la possibilità di rifarsi una vita oltreoceano, in cui deve prendere una decisione difficile: tradire il Paese che lo accoglie e lo traghetta verso il sogno di una vita migliore, o sperare di poter rivedere la sua compagna perduta, Jana. Tempo d’attesa rimane la metafora di una condizione che accomuna chi è costretto, in ogni epoca, ad abbandonare la propria terra e tutto ciò che inseguendo la speranza di una vita libera e migliore.

Per informazioni: Teatro dei Fabbri – programmazione

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